« Ted Lupin »
Membro dell'Ordine della Fenice
C'era una cosa che, per quanto provassi a bandirla dal cervello, dopo svariate ore di ronda notturna e di riunione dell'Ordine, non riuscivo proprio a scacciare. Quella cosa era il sonno, che mi tampinava ogni singola sinapsi nell'attesa che cadessi a terra addormentato, magari giù sull'asfalto di qualche città Babbana. Uno spettacolo a dir poco strambo, ma l'avrei davvero fatto, se non avessi avuto l'urgenza di andare prima a Hogsmeade per le ultime cose da sbrigare. In primis, dovevo sapere di più riguardo gli avvenimenti degli ultimi giorni, e in secondo luogo dovevo anche parlare con James. Tutti quegli strani movimenti che stavano verificandosi cominciavano a metterci tutti un po' sulle spine, io per primo ero piuttosto teso. Per questo avevo una mezza idea da attuare con James, e sapevo che lui, da leader nato e casinista com'era, mi avrebbe seguito a ruota -anche se avevo tutta la disapprovazione di una marea di gente, ma a me, personalmente, non importava. Ci mancava solo che fossero impreparati a difendersi, a quel punto avremmo dovuto mettere più di metà Ordine alle dipendenze della scuola per essere sicuri che non accadesse niente di più strano di quanto non si fosse già verificato.
Dunque, ero lì ad Hogsmeade grazie ad una rapida Smaterializzazione che mi aveva visto atterrare direttamente di fronte alla Stamberga Strillante. Lanciai un'occhiata di disappunto alla vecchia casa abbarbicata sulla collinetta, che manteneva ancora la sua aria spettrale nonostante ormai in molti sapessero che lì dentro non c'era che uno spesso strato di polvere e mobili cadenti. Quel giorno tirava vento, così sollevai la sciarpa sul mento, incamminandomi per il sentiero conosciuto del paese. Avevo inviato a James un gufo, un po' di tempo prima, giusto per sapere quale fosse il suo primo finesettimana a Hogsmeade. Ci eravamo accordati per vederci ai Tre Manici di Scopa, poiché tra l'altro avevo un bisogno disperato di confusione, il silenzio mi avrebbe invogliato al sonno, il che non era esattamente allettante, a meno che non volessi crollare su un lurido tavolo della Testa di Porco.
Il pub era ovviamente gremito di studenti che ciacolavano amabilmente, chi delle ultime lezioni, chi della partita di Quidditch imminente e chi ancora di quanto quella settimana l'avesse sfinito. Mi era sfuggito un sorrisetto alla lamentela di una giovane Hufflepuff seduta non molto lontano dalla porta. Un rapidissimo sguardo mi fece notare che la testa scura di James non era ancora al pub. Mi sedetti in uno dei tavolini in fondo, un angolo caldo e comodo, dove mi raggiunse la sorridente barista. Con la promessa di un'Acquaviola piccola a breve, mi sedetti più comodamente sulla sedia, in attesa del caro cugino acquisito.