«Never back down! » Lucas Rain GreybackDio, che giornata monotona. L'intero corpo degli studenti, e dei professori, sembrava essere scomparso nel nulla, ed era tutto troppo silenzioso per i miei gusti. Non che odiassi il silenzio, anzi, a volte era davvero piacevole, soprattutto nelle giornate stressanti, in cui non vedi l'ora di trovare un po' di pace per rilassarti. Non era quello il caso, anzi, stranamente le lezioni erano state piu interessanti del solito, e i professori - forse per la prima volta dopo sette anni - avevano assegnato pochi compiti, perciò avevo molto tempo libero a disposizione, sebbene non sapevo che farmene. Optai per il solito: sigaretta all'aria aperta, magari steso sul prato. Fortunatamente in mattinata non aveva piovuto, perciò l'erba era fresca, ma completamente asciutta. Il lago nero era il posto perfetto. Ormai era quasi diventata un'abitudine recarmi lì dopo le lezioni, e si aggiungeva a tutti gli altri vizi accumulati durante i sette anni ad Hogwarts. Dannazione, sembravano passati appena due giorni, e invece ero in quella scuola da così tanto tempo.. impossibile. Scesi le scale che conducevano davanti al portone d'ingresso, sotto gli occhi di alcune fanciulle che ammiccavano, o lanciavano sguardi molto seducenti, mentre io ricambiavo le loro avance. Daltronde, a Hogwarts, la maggior parte delle ragazze erano tutte dannatamente sexy, ma altrettanto stupide, senza un briciolo di cervello. Tanto a me servivano solo per divertirmi, perciò, intelligenti o non, era irrilevante. Superai la porta che si apriva con vista sala grande, dove alcuni studenti erano intenti a studiare, e uscii dal portone principale, mentre la brezza mattutina scompigliava i capelli abbassati. La strada per il lago non era lunga, ma ci misi al massimo dieci minuti per arrivare. Le acque erano calme, tranne per qualche increspatura provocata dal vento, e il prato sembrava apparentemente deserto.
Mi appostai vicino ad un pino, che si stagliava nel bel mezzo del paesaggio, e con un gesto veloce, afferrai il pacchetto di sigarette magiche tenuto nella tasca posteriore dei jeans. Ne accesi una, posizionandola fra le labbra leggermente screpolate per colpa del freddo, e con svogliatezza mi feci scivolare lungo il tronco, accasciandomi a terra, schiena contro l'albero e gambe appena piegate.